
Hossein Shanbehzadeh, noto scrittore e attivista iraniano, è stato recentemente condannato a 12 anni di carcere. La sua colpa? Aver risposto con un semplice punto a un post su X (precedentemente noto come Twitter) della Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Questo gesto apparentemente innocuo ha scatenato una reazione sproporzionata da parte delle autorità iraniane, che lo hanno accusato di propaganda pro-Israele, insulto all’Islam, diffusione di bugie online e propaganda anti-regime.
Shanbehzadeh, 35 anni, è una figura di spicco nel panorama degli attivisti iraniani. Da anni, utilizza i social media per sostenere i prigionieri politici e per promuovere l’abolizione del velo obbligatorio per le donne. La sua voce, sempre critica nei confronti del regime iraniano, è stata spesso oggetto di repressione. Nel 2019, era già stato incarcerato per i suoi commenti online contro Khamenei, e aveva raccontato la sua esperienza, inclusa la fustigazione, in vari scritti.
L’arresto di Shanbehzadeh è avvenuto all’inizio di giugno, apparentemente senza motivo. Solo pochi giorni prima, aveva risposto con un punto a un post di Khamenei che mostrava la Guida Suprema insieme alla squadra nazionale di pallavolo dell’Iran. La risposta di Shanbehzadeh, che implicava un errore ortografico nel post originale, ha ricevuto molti più “mi piace” rispetto al tweet di Khamenei. Questo ha probabilmente irritato le autorità, che hanno deciso di agire con durezza.
La condanna di Shanbehzadeh è stata suddivisa in diverse accuse: cinque anni per propaganda pro-Israele, quattro anni per insulto alle sacre norme islamiche, due anni per diffusione di menzogne e un ulteriore anno per propaganda contro la Repubblica islamica. Inoltre, l’attivista dovrà pagare una multa di 50 milioni di toman. Il suo avvocato, Amir Raisian, ha dichiarato che Shanbehzadeh intende ricorrere contro la sentenza, in particolare contro l’accusa di propaganda pro-Israele, che ritiene priva di fondamento.
La vicenda di Hossein Shanbehzadeh è solo l’ultimo esempio della dura repressione del governo iraniano nei confronti dei critici. Negli ultimi anni, numerosi artisti, drammaturghi e registi sono stati arrestati e condannati a lunghe pene detentive. Alla fine di aprile, il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per i suoi video antigovernativi.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Iran, ma il regime continua a reprimere ogni forma di dissenso con mano pesante. Shanbehzadeh, con il suo coraggio e la sua determinazione, rappresenta una voce importante nella lotta per la libertà e i diritti umani in Iran. La sua storia è un monito per tutti coloro che credono nella libertà di espressione e nella giustizia.
In conclusione, Hossein Shanbehzadeh è un simbolo di resistenza e coraggio. La sua condanna a 12 anni di carcere è un’ingiustizia che non può essere ignorata. La sua voce, anche dietro le sbarre, continuerà a ispirare e a lottare per un Iran libero e giusto.